I DATI DEL PROBLEMA
Nel mondo circa 300 milioni di persone soffrono di asma bronchiale, in Italia la prevalenza dell’asma è intorno al 6,6% della popolazione, ossia circa 3,5 milioni di persone. L’asma bronchiale è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da ostruzione bronchiale più o meno accessionale, solitamente reversibile spontaneamente o in seguito alla terapia.
Nonostante la disponibilità di conoscenze scientifiche e terapie appropriate, ogni anno si verificano casi di morte per crisi acute o complicanze di questa patologia. Una percentuale non trascurabile di questi pazienti, attorno al 5%, è infatti affetto da asma grave: asma bronchiale non controllato nonostante l’aderenza alla terapia massimale ottimizzata e il trattamento delle comorbidità, o che peggiora quando il trattamento massimale ad alte dosi viene scalato. Di questi 300.000 pazienti affetta da asma grave, uno su tre è un giovane di età inferiore ai 14 anni e spesso per timore non pratica sport.
FAR CONOSCERE L’ASMA
e promuovere al contempo una migliore consapevolezza della propria patologia ai pazienti che ne sono affetti per migliorare così la gestione del trattamento, l’aderenza terapeutica e il pieno recupero di un adeguato stato di benessere psico-fisico.
INCORAGGIARE SANI STILI DI VITA
che mirino ad incrementare la consapevolezza dei livelli di obesità raggiunti in Italia nella popolazione giovanile ed adulta (es. 1 minore su 4 è in sovrappeso) e la necessità di intervenire per invertire questa tendenza.
SENSIBILIZZARE SUL BULLISMO
a cui i soggetti asmatici sono maggiormente esposti, proprio a causa delle limitazioni date dalla malattia e quindi sull’importanza di prevenirlo cercando di proporre modelli e stili di vita virtuosi e positivi.
PROMUOVERE LO SPORT
come “maestro di salute ed esercizio di benessere”, che sappiano stimolare e rinforzare valori morali e sociali come il senso di responsabilità della cittadinanza nei confronti della salute individuale e collettiva.
COME NASCE IL PROGETTO
Il progetto è nato dalla rilevazione di alcuni dati e bisogni espressi proprio da un gruppo di bambini ed adolescenti asmatici che partecipavano ad un Campus Salute realizzato dall’Associazione Respiriamo Insieme in collaborazione con un’altra associazione siciliana ARIAAA3 Onlus.
Durante questa esperienza, fatta nell’estate 2017 e ripetuta nell’estate del 2018, è emersa l’agghiacciante realtà dei ragazzi partecipanti: arresi a non poter esercitare attività sportiva, depressi per i continui scherni dei coetanei per la loro scarsa prestanza fisica, con una bassa autostima perché non accettavano la propria malattia ed i limiti che le errate informazioni e conoscenze imponeva loro, arrabbiati per non poter fare sport malgrado motivati perché limitati da medici e/o dai genitori. Tutti o quasi venivano isolati o si isolavano in occasione di attività sportive programmate con effetti spiacevoli sul loro sviluppo psichico e sociale, oltre che su quello fisico.
La maggioranza dei ragazzi asmatici ci aveva riportato l’esperienza di essersi sentito “bersaglio” di discriminazione, scherno e bullismo. Durante il periodo di soggiorno estivo avevamo sostenuto un percorso di rinforzo psico-educativo volto a promuovere la fiducia in loro stessi, la percezione di essere soggetti competenti anche attraverso la prestazione sportiva e l’identificazione in un gruppo di pari che andava oltre la malattia.
Nell’estate successiva abbiamo quindi avuto modo di rilevare nei ragazzi che avevano già aderito al Campus durante l’anno precedente, un’evoluzione molto positiva sia nell’accettare ed integrare parti del sé più fragile e vulnerabile, sia sull’accettazione della malattia, sia sull’aderenza terapeutica, sia nella resilienza ed integrazione sociale. Proprio queste riflessioni ci hanno portato a concretizzare l’importanza di promuovere una campagna semplice ma immediata e facilmente “trasmissibile” in grado di veicolare informazioni corrette sulla malattia e sui benefici fisici e psichici del praticare attività fisica (sport), rinforzare l’autostima e promuovere la resilienza, contribuire all’accettazione di sè e della malattia grazie alla forza del confronto e identificazione con altri come sè e modelli sociali di riferimento.

Vogliamo stimolare e sostenere un’attenzione intensa e costante sul tema dell’asma. Con questa campagna vogliamo far conoscere l’asma in tutte le sue forme, promuovendo una migliore consapevolezza della propria patologia e della gestione del trattamento.
È dimostrato che il controllo dell’asma è tanto migliore quanto maggiore è l’attività̀ fisica svolta.
Praticare sport spesso rappresenta il primo step di un cambiamento dello stile di vita finalizzato alla prevenzione e alla gestione delle patologie croniche. I risultati di numerosi studi mostrano come svolgere in maniera regolare un’attività sportiva, anche a basso impatto, migliori l’interazione sociale, aumenti il senso di controllo, l’autostima, il livello di consapevolezza: si tratta di fattori psicologici che favoriscono sia l’adattamento a una malattia cronica come l’asma, sia la sua gestione a lungo termine.
Mi spingerei a dire che l’attività fisica per un bambino asmatico è un diritto, anche se in alcuni casi rischia di essere un obiettivo non raggiunto. Come pediatri di famiglia siamo i primi a dovercene responsabilmente occupare.
Quasi il 10% degli sportivi che partecipano alle Olimpiadi sono soggetti asmatici e tra questi ci sono anche io. Ho scoperto di soffrire d’asma molto tardi, a 19 anni, in concomitanza di una crisi molto forte ed improvvisa. Da allora ho iniziato a curarmi. L’asma curata in modo costante non mi ha impedito di vincere due mondiali e partecipare ai giochi olimpici.
PROSSIMO EVENTO
